Ultima modifica 05/06/2023 11:09:50
Democrazia

Nella Giornata della Democrazia è importante stabilire il ruolo delle donne

I processi tramite i quali si realizza la democrazia sono complessi e mai semplici. Diamo per scontato che i principali protagonisti di questi meccanismi, ossia l’intera comunità internazionale e gli organi di governo nazionali, siano concentrati sullo scambio, sul sostegno e sulla partecipazione obiettiva, ma spesso non si considera quanto la stessa società civile possa intervenire attivamente in queste dinamiche. Il concetto di democrazia parte e arriva, secondo un ciclo naturale, dal popolo. Quest’ultimo è soggetto al cambiamento e all’evoluzione, com’è giusto che sia; di conseguenza anche il principio fondante della democrazia può risentire di queste variazioni, senza però perdere di vista il focus primario: una democrazia in grado di essere percepita come reale, della quale tutti possono godere.

L’uguaglianza prende avvio da queste considerazioni, trattate anche nell’articolo 21 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, in cui si sancisce il legame tra democrazia e diritti umani. Ma come si collocano le donne nei procedimenti di partecipazione? Innanzitutto è necessario stabilire concretamente il loro ruolo: al contrario degli uomini, per i quali è quasi automatica l’attribuzione di una funzione all’interno dei processi di governo e di democrazia, le donne risentono ancora di una grave mancanza di riconoscimento nei ruoli di potere. Prendere coscienza di una situazione di fatto è fondamentale: anche solo considerando i Paesi dell’Unione Europea, le donne in politica emergono soprattutto nei Paesi Scandinavi, in Germania e in Olanda, seguite in percentuali minori da Austria, Spagna, Gran Bretagna, Italia e Francia.

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Analizzando con attenzione i dati forniti dal Parlamento Europeo, si può ragionevolmente riscontrare che i Paesi in cui le donne sono maggiormente presenti in ruoli istituzionali sono anche quelli in cui per primi si è richiesto un riconoscimento dei diritti. Per esempio, Finlandia, Norvegia, Islanda e Danimarca hanno sancito il diritto di voto alle donne già agli inizi del 900, introducendo inoltre le cosiddette “quote rosa” per i partiti già negli anni settanta. Attualmente, vediamo poi un paese come la Germania primeggiare, Merkel a parte, con la rappresentanza femminile in ruoli direttivi, all’interno dei principali partiti così come nel Bundesrat. Il punto è, però, che l’ottica con cui si raccontano queste realtà sono ancora viste come concessioni, palesemente velate. La Giornata internazionale della democrazia intende quindi spingere il piede sull’acceleratore in questo senso, per incentivare un vero e proprio cambiamento di mentalità e cultura, finalizzato ad un riconoscimento immediato e tangibile delle donne nel mondo delle politiche decisionali.

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