
11 momenti di vergogna che tutte le mamme vivono
Perché quando sei mamma, i momenti “vorrei sprofondare” si moltiplicano…
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- Allattamento molto umido. Stai allattando il tuo bambino, usi dischi assorbenti e reggiseno con rinforzo, ti metti una t-shirt sotto alla camicetta, eppure… cos’è quel cerchio umido che inizia a notarsi sui vestiti? In alcune occasioni, non ci sono barriere che resistono al latte materno.
- Allattare, qui e ora. Sempre più di frequente le donne allattano i loro pargoli in spazi pubblici. Tuttavia, sono tante quelle che hanno un po’ di imbarazzo nell’allattare il bambino in qualsiasi posto. Questo “pudore” che sentono finiscono per superarlo quando il bebè ha bisogno di mangiare “qui ed ora”, che sia in un centro commerciale, mentre mangiano in un ristorante o alla coda del supermercato. La naturalezza è la migliore risposta e bisogna dare all’allattamento l’importanza che ha, né più né meno. Quindi, niente tabù o vergogna. Non c’è niente di più tenero e libero dai pregiudizi di questo gesto.
- OMG! Parole che non avresti voluto sentir uscire da quella boccuccia. Sappiamo già che i bambini sono spugne, quindi è importante non dire niente di sconveniente o insulti in sua presenza. Registrano tutto e tirano fuori queste parole nei momenti più inopportuni. Come quando dicono al capo di tuo marito “stupido” o alla nuova fidanzata di tuo padre qualcosa come “vecchia volpe”.
- Operazione: cambiare il pannolino. Cambiare i pannolini ai bambini si porta dietro alcune delle situazioni più imbarazzanti per mamme e papà. Un esempio è quando vai a passeggio con tuo figlio/a e, proprio in mezzo alle strisce pedonali, si alza il grido “mamma, pipì!”. Inizialmente una è un po’ combattuta, presa dal panico non sa se prenderlo e correre a casa o se attraversare la strada e cercare un angolo. Questa è la scelta migliore. Qualsiasi persona che ti vede, capirà… la voglia di fare la pipì del tuo pargoletto non aspetta, ricordalo! Ah, porta sempre della biancheria di ricambio nella borsa.
- Quel divano a cui tieni tanto, e quella pipì che non finisce più. Vai a fare visita a casa di un familiare che vuole mostrarti la sua nuova casa. Mobili di design, tecnologia avanzata e un magnifico divano sul quale ti siedi col piccolo a prendere il caffè. Dopo appena pochi minuti di conversazione, questo si alza per prendere una statuetta di porcellana che ha attirato la sua attenzione e… aiuto! Cos’è questo cerchio bagnato che c’è sotto il suo culetto? Sì, ha fatto la pipì su un divano di prestigio che costa quello che tu non spendi neppure in due o tre anni di vacanze! Tranquilla, la tintoria può tutto.
- Andare al supermercato, un’avventura! Ti prepari per andare a fare spesa. Metti il bambino sul carrello, su quella piattaforma che alcuni carrelli hanno, e giri per i vari corridoi. Improvvisamente, alle tue spalle… crash! Lasciare una creaturina di due o tre anni con le mani libere, in un posto pieno di bottiglie e barattoli di vari colori può solo finire in catastrofe. Conserve, lattine e pacchetti a terra… e tu che pensi: “voglio sprofondare!”.
- Gli piacciono le cose “nuove”? Finalmente decidi di andare a rinnovare un po’ il tuo guardaroba. Hai bisogno di un abito per uscire a cena con degli amici. Anche se cerchi di lasciare il bambino con qualcuno, non c’è verso e quindi te lo porti dietro al centro commerciale. Tu provi, decidi, passi alla cassa, esci e… BIIIP! Suonano gli allarmi quando esci dalla porta. La creaturina che ti accompagna non sa niente di carta di credito né di acquisti, e ha deciso di portare via per la sua mamma un bel foulard che ha preso in mano. Che vergogna! Il tuo viso dice tutto.
- Momenti di gioco che finiscono in battaglia campale. La tappa del “mio” – “tuo” è complicata. Non importa se si tratta di una riunione di amici del nido, di cuginetti o di figli di amici (di amici). Improvvisamente senti uno dei bambini che scoppia a piangere come se fosse accaduta una disgrazia, guardi indietro e scopri il tuo pargoletto, in piedi, con un grande sorriso trionfante e il suo trofeo nella mano, un orso di peluche senza un occhio. Sì, è accaduto tutto per un pupazzo. Guardi i suoi genitori e cogli il loro sguardo di rimprovero, e non capiscono che i bambini… sono bambini.
- Regali che piacciono tanto. Arriva il compleanno del re/della regina della casa, e hai preparato tutto nei minimi dettagli. Una festa che promette di essere indimenticabile… e che lo è dal momento in cui iniziano ad aprire il regali e davanti ad uno di questi, quello di quella bambina che vedi ogni tanto, il bimbo inizia a piangere. No, penso che non gli sia piaciuto per niente il regalino. Non sai dove metterti e anche il viso di chi ha portato il regalo avrebbe molto da dire.
- Piccoli ma esigenti commensali. È il matrimonio di tuo fratello, e vi mettete tutti in ghingheri. Al momento di mangiare, tutti seduti a tavola e il bambino sul seggiolone. Si avvicina il cameriere al tavolo per vedere come va e… il tuo bambino decide che questo signore così impettito e ben vestito vuole assaggiare la sua pappa! Lui… e il suo vestito! Cucchiaiate a destra e a sinistra che lasciano segni su più di uno di quelli che condividono la tua tavola. Un altro momento da “voglio sprofondare”.
- Quella conoscente che è così ben dotata… e i bei ricordi che il seno fa riemergere ai tuoi bambini. Vai a prendere qualcosa con un gruppo di amiche e alcune loro conoscenti e tuo figlio/a inizia a prendersi le coccole e a passare di braccio in braccio. Arriva ad una che avrebbe potuto benissimo essere uscita da “Sex and the City”, con una scollatura generosa che lascia vedere due delle sue grandi attrattive fisiche. Visto che questa parte del corpo fa emergere ricordi così belli al bambino, in poco tempo si lancia su di loro: mani, bocca, tutto insieme! Non osiamo immaginare la faccia di questa Samantha Jones che probabilmente non ha mai tenuto prima d’ora un bambino in braccio.