bambole inquitanti
La pediofobia è la paura delle bambole. Paurose, inquietanti e strane, ad Amsterdam c’è chi ne ha acquistate talmente tante da meritare un guinness dei primati in versione horror.
Ad Amsterdam c’è uno dei mercatini delle pulci più grandi d’Europa. Qui, tra una teiera decorata e quadri antichi, c’è una particolare bancarella che riunisce bambole e orsacchiotti usati. I visitatori dell’Ij-Hallen Market guardavano con circospezione quest’esposizione, straniti dalle decine di occhi sgranati delle bambole appoggiate sul pianale.
Lo scenario, pur ospitando alcune Barbie era ben diverso da quello di un negozio di giocattoli. Un collezionista ha ben pensato di acquistare tutta la serie, aggiungendo anche barbie moderne e vecchi gnomi consunti. Il motivo non è noto, alcuni pensano possa trattarsi del proprietario di un museo delle stranezze o di un amante del genere horror.
La pediofobia è una fobia certificata e diagnosticata negli ultimi anni ma le sue origini sono molto più antiche. La maggior parte delle persone prova una sorta di astio e remore nei confronti delle vecchie bambole, specialmente quelle altrui.
Sarà per la forma infante e la posa rigida o per il cattivo stato di abiti e materiali che inducono un sentore di abbandono in chi le guarda.
Anche l’azione mediatica ha avuto la sua influenza: il cinema ha terrorizzato intere generazioni con la saga di “Chucky” e “Annabelle”, quest’ultima anche in versione spaventosamente reale.
Il risultato è un discreto gruppo di persone che preferirebbe gettare le bambole inquietanti di infanzia piuttosto che ritrovarsele sul comodino.
Di bambole inquietanti ne è pieno il mondo ma queste hanno avuto particolare successo.
Chucky poteva quasi sembrare simpatico con il suo caschetto biondo e le guanciotte rosse ma è quando assumeva un ghigno malefico che terrorizzava lo spettatore. Non sorprende che sia uno dei personaggi horror più amati della storia.
Annabelle è abbastanza recente ma ha raggiunto una rapida notorietà, essa converte la paura dell’osservatore nel suo sguardo diabolico, nulla in confronto alla vera bambola custodita dai coniugi Warren ed esposta nel loro museo.
La vera Annabelle è tenera e infantile, un’immagine che cozza con il cartello che raccomanda ai visitatori di pensare solo cose belle per non incappare nella sua negatività.
Infine, come dimenticare la bambola di “Saw – L’enigmista”. Volto cereo, guance solcate da un vortice rosso e un paio di occhi iniettati di sangue a completarne l’aspetto terrificante.
La domanda sorge spontanea: tra le bambole inquietanti di Amsterdam, ce ne sarà qualcuna che oltrepassa il livello di angoscia delle sopracitate?
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