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L’adolescenza anticipata vi preoccupa? ecco come si affronta!

 L’adolescenza anticipata: Le nostre piccole donne stanno per diventare grandi?

I genitori sono gli attoniti spettatori di un processo che si svolge inesorabilmente sotto i loro occhi: l’adolescenza anticipata. Il sentimento prevalente è spesso quello di soffrire per il fatto di sentirsi impotenti nell’aiutare la figlia a superare le sue difficoltà o nell’alleviare perlomeno le sue sofferenze.

Come si definisce l’adolescenza anticipata.

E’ sicuramente sbagliato considerare i sintomi adolescenziali in un’ottica di patologia. A seconda di come si presentano ed evolvono le difficoltà ed i conflitti, è necessario valutare se vi siano le indicazioni per giustificare delle preoccupazioni oppure se considerare l’adolescenza anticipata come un processo fisiologico.

In quest’ultimo caso l’adolescente necessiterà soprattutto di essere ascoltato, considerato ed accettato nella sua individualità.

Il ruolo dei genitori.

Per i genitori la difficoltà maggiore consiste certamente nel cercare di mantenere la giusta distanza, una nuova modulazione fra la presenza emotiva di cui ancora gli adolescenti fortemente necessitano (anche se in forma “fantasmatica”, una sorta di presenza “a chiamata”) ed un movimento verso il “farsi da parte”, per permettere loro di acquisire la necessaria autonomia ed identificazione.

L’impegno e la fatica dei genitori in questa fase saranno enormi, è perciò necessaria un’attenzione anche alle loro difficoltà e non solo a quelle del figlio. Genitori più sereni, con più strumenti di comprensione ed intervento, possono riuscire meglio nel compito di sostenere.

Le situazioni di disagio reale.

Nel caso invece in cui la situazione sembri giustificare un livello di preoccupazione elevato o venga rilevata una pubertà precoce, si può evidenziare la necessità di accedere ad una consulenza, che può essere risolutiva, si capisce cioè come affrontare il problema dell’adolescenza anticipata o che magari semplicemente il problema non esiste, o portare a valutare un percorso, che aiuti “la piccola donna” ad affrontare l’uscita dall’infanzia e l’ingresso nel mondo adulto con una maggiore conoscenza di sé e una maggiore sicurezza in se stessa.

Bisogna poi dire che spesso le ragazze non si rendono disponibili alla partecipazione ad un determinato percorso e bisogna quindi valutare l’opportunità di lavorare soltanto con i genitori, alleviando la loro fatica, supportandoli nella loro funzione genitoriale in questa difficile fase di vita della famiglia.

 

F Rocchi

F. Rocchi è un redattore specializzato in lifesyle e si è laureato in pubblicità e relazioni pubbliche all’Università Statale di Milano. Sempre aggiornato sulle ultime tendenze di moda, adora le serie tv e la buona cucina.

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