A woman holding a stick under a cloud
Kasley Killam, una scienziata sociale specializzata in salute sociale, connessione e solitudine, spiega così la distinzione tra solitudine e isolamento sociale: “Questi termini vengono spesso confusi, ma in realtà sono differenti. L’isolamento sociale è una condizione oggettiva di essere soli, mentre la solitudine è una sensazione soggettiva di disconnessione. Questo significa che si può essere circondati da altre persone e sentirsi comunque soli. Ma perché accade? La solitudine può derivare dal non sentirsi visti, compresi o apprezzati. Può anche emergere quando si passa del tempo con persone che non condividono i propri valori o interessi, o da troppe interazioni superficiali senza legami profondi”.
L’analisi di Killam si integra perfettamente con i dati del Censis nella ricerca “La tentazione del tralasciare”, che esplora il grado di soddisfazione dei cittadini rispetto alla società in cui vivono. In Italia, il senso di appartenenza alla società è molto basso: il 66% degli italiani non è soddisfatto della società in cui vive, con un picco del 72% tra i giovani. Questo si deve a varie ragioni, ma principalmente alla percezione di non far parte di una comunità, amplificando il senso di smarrimento e solitudine. Viviamo in una “generazione della solitudine”. Lo psichiatra Diego de Leo ha osservato che bambini, giovani, madri, persone divorziate e anziani sono particolarmente vulnerabili alla solitudine. Studi internazionali indicano che fino al 50% della popolazione mondiale potrebbe soffrirne.
Negli Stati Uniti, il termine “recessione dell’amicizia” è emerso quando i dati del censimento hanno mostrato che gli americani trascorrevano sempre meno tempo con amici e conoscenti. Questo fenomeno, in corso dal 2014, non può essere attribuito solo alla pandemia. La psicologa Marisa G Franco ha introdotto il concetto di “solitudine appresa”, in cui le persone si abituano all’isolamento e convivono con bisogni insoddisfatti. Uno studio di Pew Research ha rivelato che il 35% delle persone considera la socializzazione meno importante rispetto a prima della pandemia, indicando una difficoltà nel riconoscere la solitudine come emozione.
In Italia, il senso di appartenenza a una comunità è debole: solo il 15% degli italiani sente di farne pienamente parte. Questo senso di non appartenenza si riflette anche in una percezione di scarso potere personale nell’ambiente circostante. Le opinioni su vari temi, amplificate dai social media, spesso non sono informate, aumentando il senso di insoddisfazione e irrilevanza. Secondo un rapporto del Censis, la società italiana è fortemente individualista, ma composta da soggetti deboli e con scarsa capacità di affermazione individuale.
In sintesi, la solitudine e l’insoddisfazione tra gli italiani sono alimentate da un mix di isolamento sociale, frammentazione delle relazioni, e una cultura che valorizza poco la connessione autentica e il senso di comunità.
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