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Figli ossessionati dallo Smartphone: il buon esempio parte dai genitori

Quante volte abbiamo visto genitori guardare il telefono accompagnati da figli che avevano già tra le mani il loro smartphone?
Quante volte abbiamo commentato questa cattiva abitudine senza accorgerci che facciamo lo stesso?Nella nostra società c’è problema di comunicatività tra genitori e figli, che se non preso per tempo può causare non pochi disturbi nella crescita del bambino o del ragazzo.

E’ una situazione che va saputa gestire.

Devono essere i genitori i primi a dare il buon esempio.

Devono tornare a essere il punto di riferimento per i loro figli.

Ritornare ad essere le figure che possono (e sanno) dare loro le risposte, senza che debbano cercarle negli smartphone.

Uno dei primi passi che un genitore dovrebbe fare è silenziare le notifiche del telefono.

Mail, Facebook, Instagram, Whatsapp e tutte le altre applicazioni di comunicazione sono una fonte enorme di distrazione.

Una volta concluso l’orario di lavoro, non c’è più nessuna urgenza di dover avere sempre il contatto con il mondo virtuale.

C’è la realtà costituito dai figli e dalle loro esigenze.
Posate il telefono e trascorrete il tempo a parlare e giocare con loro!

Un’altra cattiva abitudine di cui liberarsi per dare il buon esempio è quello di portare il telefono a tavola.

Questo è uno dei momenti più importanti per il convivio della famiglia.

Se il genitore ha l’abitudine di mangiare con telefono in mano è ovvio che anche i figli si sentano autorizzati a farlo.

Iniziate a lasciare lo smartphone in borsa o nella giacca durante i pasti.

L’ora di pranzo e di cena è dedicata alla famiglia, ai racconti della giornata e non può essere sprecata davanti a uno schermo.
Una delle abitudini che stanno segnando la nostra società è la comunicazione testuale non verbale: ci stiamo abituando a comunicare tra noi attraverso i Whatsapp e gli emoji.

Li utilizziamo anche per comunicare da una stanza a un’altra pur di non alzarci dal divano.

Dovremmo riprendere a chiamare i nostri figli come facevano le nostre mamme.

Quando dobbiamo comunicare loro qualcosa, invece di mandare un messaggio, dovremmo chiamarli.

Lo stesso concetto, espresso a voce, è sempre più efficace ma, soprattutto, più umano. E’ un piccolo ma importante segno di comunicatività ritrovata.

F Rocchi

F. Rocchi è un redattore specializzato in lifesyle e si è laureato in pubblicità e relazioni pubbliche all’Università Statale di Milano. Sempre aggiornato sulle ultime tendenze di moda, adora le serie tv e la buona cucina.

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