Ipertensione: il rischio aumenta dormendo meno di sette ore

La pressione alta è un noto fattore di rischio per infarti e ictus, soprattutto se non si agisce per riportare i valori entro i limiti raccomandati dal medico. L’ipertensione è spesso definita essenziale, indicando che nella maggior parte dei casi non ha una causa chiara.

Tuttavia, le nostre abitudini quotidiane possono influenzare l’aumento della pressione arteriosa. Un’eccessiva assunzione di sale, il mancato controllo del peso e la sedentarietà aumentano il rischio di ipertensione. Un fattore spesso trascurato è il sonno. Dormire poco o male può predisporre all’ipertensione, specialmente nelle donne. Una ricerca presentata al congresso dell’American College of Cardiology ha confermato che dormire meno di sette ore è associato a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione nel tempo.

Un’analisi su oltre un milione di persone

L’indagine ha analizzato i dati di 16 studi diversi, coinvolgendo 1.044.035 persone provenienti da sei paesi che non avevano precedenti di ipertensione arteriosa. I soggetti sono stati monitorati per una media di cinque anni, con alcuni studi che si sono protratti fino a 18 anni.

È emerso che dormire poco è associato (senza un rapporto causa-effetto chiaro) a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione, anche dopo aver considerato fattori di rischio demografici e cardiovascolari come età, sesso, istruzione, indice di massa corporea, fumo e altri. I soggetti che dormivano meno di cinque ore erano particolarmente a rischio.

Kaveh Hosseini, il ricercatore principale dell’Università di Los Angeles, ha osservato che c’era una tendenza tra durate di sonno più lunghe e una maggiore incidenza di ipertensione, ma non era statisticamente significativa. Lo studio ha rilevato che dormire meno di sette ore era associato a un aumento del rischio del 7% di sviluppare ipertensione, rischio che saliva all’11% per chi dormiva meno di cinque ore.

Per confronto, è noto che il diabete e il fumo aumentano il rischio di ipertensione di almeno il 20%. Gli esperti avvertono che anche le interruzioni nel sonno possono diventare un fattore di rischio, riducendo le ore totali di riposo. Fattori come eccesso di cibo, consumo di alcol, lavoro notturno, ansia, depressione e apnee notturne possono contribuire a un sonno disturbato e aumentare il rischio di ipertensione.

A rischio soprattutto le donne

Una delle scoperte più sorprendenti dell’indagine è l’apparente irrilevanza dell’età nei rapporti tra sonno e ipertensione. Tuttavia, è emersa una significativa differenza di genere: rispetto agli uomini, le donne che dormono meno di sette ore hanno un rischio maggiore del 7% di sviluppare ipertensione.

Secondo i ricercatori, dormire poco sembra essere particolarmente rischioso per le donne, aumentando il pericolo di sviluppare ipertensione e, di conseguenza, il rischio di infarto e ictus. Sebbene lo studio abbia dei limiti, in particolare legati alla soggettività nella percezione della durata del sonno, questi risultati suggeriscono l’importanza di prestare attenzione alla qualità del sonno.

Dormire bene è fondamentale per la salute del cuore. Ignorare la qualità del sonno può portare a un aumento della pressione arteriosa, mettendo a rischio la salute cardiovascolare nel lungo periodo.