LifeStyle

Leather jacket: la storia e l’evoluzione di un capo intramontabile

Ridisegnata, rivisitata, modernizzata e reinterpretata, la giacca di pelle, dopo quasi un secolo dalla sua introduzione, si è adattata alle tendenze di diverse sottoculture, incarnando sempre uno spirito ribelle e anticonformista. Che sia corta o lunga, oversize o dal taglio tradizionale, semplice o arricchita da borchie e fibbie, realizzata in pelle o in materiali più ecologici, e declinata nel classico nero, marrone o in tonalità audaci e contemporanee, la celebre giacca è un’icona delle passerelle, dove viene reinventata attraverso forme e stili innovativi, con accostamenti sorprendenti e utilizzi insoliti.

Per la primavera-estate 2024, la vediamo indossata con un look total leather, abbinata ad abiti romantici o arricchita da stampe all over, mantenendo sempre il suo fascino rock.

Flying jacket

Le radici della giacca di pelle affondano nel contesto militare, dove diventa parte dell’uniforme per i piloti dell’aviazione durante la Prima Guerra Mondiale. Inizialmente concepita in pelle marrone, la sua silhouette ricordava più un bomber che una giacca tradizionale ed era soprannominata “flying jacket” poiché era indossata esclusivamente dagli aviatori per proteggerli dalle variazioni di temperatura all’interno della cabina di pilotaggio. Fu la pilota Marie Mavient, precursora di figure come Amelia Earhart, a essere la prima donna a sfoggiarla nel 1910, mantenendo sempre con sé il suo bomber di pelle marrone di Belstaff.

La prima giacca di pelle ad essere concepita al di fuori dei contesti militari, diventando simbolo di libertà e ribellione, fu ideata nel 1928 a New York City da Irving Schott, un artigiano che la chiamò Perfecto® in omaggio al suo sigaro preferito.

Perfecto

Appassionato di motociclismo, Schott perfezionò il design della giacca con una serie di innovazioni pensate appositamente per agevolare la vita dei motociclisti: la chiusura asimmetrica con zip in metallo, che sostituiva per la prima volta bottoni e alamari, si rivelò un dettaglio cruciale per proteggere dal vento durante la guida; i soffietti dietro le spalle fornivano maggiore libertà di movimento, mentre il taglio studiato per aderire perfettamente al punto vita durante la guida. La giacca Perfecto® presentava una serie di elementi distintivi destinati a renderla iconica: cerniere visibili, taschini, una cintura per stringere il punto vita e soprattutto le epaulettes, un dettaglio spesso decorato con una singola stella, che richiamava le origini militari del capo. Inizialmente distribuita esclusivamente presso le officine e i negozi Harley Davidson, la giacca si rivolgeva inizialmente a una nicchia di motociclisti, ma ben presto, grazie anche al sostegno di Hollywood, conquistò una vasta popolarità, diventando un’icona delle sottoculture giovanili e, successivamente, della cultura di massa.

Bad boys

È Marlon Brando a contribuire al mito della giacca di pelle: nel 1953, nel film “Il Selvaggio”, l’attore interpreta un pericoloso membro di una banda, indossando uno Schott Perfecto 618, personalizzato con il nome “Johnny”. Da quel momento, diventa ufficialmente l’uniforme dell’affascinante “bad boy” e di star come James Dean, Elvis Presley, Steve McQueen, John Travolta, incarnando un’icona di mascolinità ribelle. La giacca di pelle diventa così simbolo di un giovane carismatico, anticonformista e sovversivo, che incarna gli ideali di ribellione contro l’establishment e i codici sociali dell’epoca.

Chiodi e punk

Nel corso degli anni Settanta, la giacca di pelle si afferma come simbolo di rivoluzione, abbracciando la cultura della musica rock, fondata su ideali audaci e anticonformisti, spesso legati a questioni politiche di rilevanza giovanile. Con il movimento punk inglese, assume l’appellativo di “chiodo”, poiché i punkers tendevano a tenere un chiodo in tasca, e viene arricchita da borchie e spille, diventando una tela per slogan irriverenti dipinti con la pittura spray. Una vera e propria rivoluzione, scandita dai ritmi della batteria e dalle giacche di pelle, alimentata da band come I Ramones, Sex Pistols, Billy Idol e David Bowie, nonché da figure femminili come Joan Jett e Debbie Harry, che incarnano un’estetica forte e rivoluzionaria.

Negli anni Ottanta, la biker jacket assume una connotazione sexy e spregiudicata: con Dolly Parton diventa country, con Cher e Grace Jones diventa sexy e inaccessibile, con Madonna e Blondie rappresenta l’espressione del kitsch pop, mentre con Loredana Bertè sul palco dell’Ariston diventa irriverente (e fonte d’ispirazione per Lady Gaga).

Cool anni Novanta

Dagli ambienti underground e dalla scena dei club, la giacca di pelle entra ufficialmente nel mondo della moda grazie a designer come Vivienne Westwood, che la propone in chiave punk, e successivamente a Yves Saint Laurent, che la interpreta in una versione più chic. Negli anni successivi, grazie a un clima di rinascita e innovazione, e alla voglia di sperimentare da parte dei designer, nasce un nuovo stile noto come “effortless chic”, che trova nella giacca di pelle, insieme alla camicia bianca e ai jeans, un capo irrinunciabile. Icone di questa tendenza negli anni Novanta sono le prime supermodelle come Kate Moss, Naomi Campbell, Cindy Crawford e Christy Turlington, così come Jennifer Aniston in Friends e Gwyneth Paltrow in Sliding Doors, che indossano la giacca di pelle con uno stile informale sia sullo schermo che nella vita reale.

Simbolo di coolness senza sforzo e di stile grunge degli anni Novanta è Winona Ryder, una delle principali sostenitrici della giacca di pelle, che la indossa in varie occasioni pubbliche, con un mix tra bon ton e ribellione, dai red carpet alla quotidianità. La sua biker jacket preferita è oversize, consumata e incredibilmente trendy, rubata dall’armadio del suo sexy boyfriend dell’epoca, Johnny Depp. I trendsetter e la generazione Z sono affascinati da questa estetica e continuano a trarre ispirazione da mood e look del passato.

Spring summer 2024

Per la Primavera Estate 2024, la giacca di pelle mantiene il suo allure rock, ma viene reinterpretata in una varietà di stili e stampe: diventa blazer dritto, talvolta oversize o extra lungo in stile Matrix, e si arricchisce di pattern all over. I designer prediligono l’effetto pitonato, come dimostrano le collezioni di Jil Sander e Iceberg, che decorano bomber e blazer oversize, abbinandoli a bermuda coordinati. Altri brand come Bally e Givenchy optano per il total leather look. Fendi e Tom Ford scelgono la pelle coccodrillata, con Fendi che presenta una versione crop nei toni del marrone chiaro, mentre Tom Ford propone blazer verniciati. Rick Owens la trasforma in un’armatura, Schiaparelli la rende tipicamente surreale, e Roberto Cavalli le rende omaggio ai suoi anni d’oro. Gucci presenta versioni con tagli dritti e di media lunghezza, chiuse con cerniere o lasciate aperte, nel caratteristico colore Gucci Ancora.

F Rocchi

F. Rocchi è un redattore specializzato in lifesyle e si è laureato in pubblicità e relazioni pubbliche all’Università Statale di Milano. Sempre aggiornato sulle ultime tendenze di moda, adora le serie tv e la buona cucina.

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