Stylist skillfully braiding hair in beauty salon
L’atto di intrecciare i capelli è una pratica tradizionale presente in varie culture, tramandata di generazione in generazione. Oltre a essere un modo per comunicare e identificarsi, in passato le trecce rappresentavano anche uno status sociale e un atto di resistenza. Oggi, le trecce sono principalmente considerate un’opzione estetica, un’acconciatura elegante e senza tempo che continua a essere ricca di significati. In questo articolo esploreremo la storia delle trecce e i diversi simboli che hanno assunto nelle varie culture nel corso del tempo.
Le origini delle trecce risalgono a migliaia di anni fa, come evidenziato dalla celebre statuetta della Venere di Willendorf, presumibilmente realizzata tra il 28.000 e il 25.000 a.C., il cui cranio è adornato da intricati intrecci.
Successivamente, nell’antico Egitto durante la prima dinastia del faraone Menes, troviamo tracce storiche di capelli intrecciati. Gli egizi utilizzavano varie tipologie di trecce per segnalare differenze di status sociale, spesso arricchendole con fili d’oro o altri ornamenti. In epoche successive, durante l’età del Bronzo e del Ferro, anche altre civiltà del Medio Oriente e dell’Africa minore adottavano l’usanza di intrecciare i capelli per esprimere informazioni riguardanti l’età, la ricchezza, la religione o l’appartenenza tribale.
Fu grazie agli antichi Greci, intorno al 3500 a.C., che le trecce fecero il loro ingresso in Europa, influenzati dai contatti con gli egizi. In tempi successivi, le trecce divennero un simbolo caratteristico dei Vichinghi, rappresentati nella cultura popolare come individui dalla stazza imponente e con capelli lunghi e biondi intrecciati. Sebbene non sia certo che la treccia fosse l’acconciatura più comune tra i Vichinghi, sono stati ritrovati vari oggetti utilizzati per la cura dei capelli, suggerendo una particolare attenzione all’igiene personale: le trecce, anche in questo caso, fungevano da indicatore di status sociale differenziato.
Una parte significativa della narrazione delle trecce attinge alle radici dei popoli africani, dove questa emblematica pettinatura si arricchisce di profondi significati che vanno al di là dell’aspetto estetico e dello status sociale. Intrecciare i capelli rappresentava un autentico rituale di comunità: tramandato da una generazione all’altra, questo gesto si configurava come una forma d’arte sociale, in cui il tempo trascorso intrecciando i capelli costituiva un’occasione di socializzazione, senza alcuna richiesta di compensazione. L’arte delle trecce, oltre a distinguere i vari ranghi e tribù, assumeva un significato spirituale profondo: i capelli, essendo la parte più elevata del corpo, erano considerati un canale di comunicazione con le divinità, attribuendo loro poteri straordinari.
Inoltre, le trecce rivestivano un ruolo funzionale importante per i popoli africani, fornendo protezione ai capelli naturalmente fragili e favorendo la loro crescita in lunghezza. Durante il tragico periodo della tratta degli schiavi nel XV secolo, i popoli africani furono privati dei loro beni e ridotti in schiavitù, subendo una disumanizzazione estrema che includeva la rasatura completa dei capelli, uno dei principali simboli identitari. In questo contesto, le trecce divennero uno strumento di sopravvivenza e resistenza: una volta riguadagnata la libertà di crescere i capelli, gli individui ripresero a intrecciarli come parte di un ingegnoso piano per creare mappe per fuggire dalle piantagioni e nascondere cibo o altri strumenti di sostentamento. Questo atto di resilienza e determinazione testimonia gli orrori subiti dagli africani e la loro costante lotta per la libertà.
La pratica millenaria delle trecce rimane un elemento rilevante nella cultura contemporanea, dove gli stili, un tempo distintivi di specifiche comunità, si sono fusi e adattati alle tendenze attuali. Le variazioni di pettinatura sono ampie, versatili e adatte a ogni tipo di capello, dalla chioma corta a quella lunga. Recentemente, il ritorno in voga dello stile Y2K ha portato alla ribalta le piccole treccine tipiche degli anni ’90 e 2000, mentre la serie televisiva dell’anno scorso su Mercoledì Addams ha ispirato molte persone ad adottare le trecce laterali. Inoltre, sia sul red carpet che in passerella, assistiamo a interpretazioni sempre più creative delle trecce.
Sorge spontanea la domanda se l’intrecciare i capelli in determinati modi possa essere considerato una forma di appropriazione culturale. Questo è un argomento complesso che richiederebbe un’analisi approfondita. È importante non dare nulla per scontato: conoscere la storia delle trecce che indossiamo e il loro significato per determinate comunità ci consente di affrontare la questione con sensibilità. Nonostante l’attuale assimilazione e contaminazione degli stili, mantenere consapevolezza sulle origini delle nostre scelte estetiche è fondamentale.
Spesso tendiamo a trascurare l'importanza di struccarsi correttamente, ma in realtà è un'abitudine essenziale da…
Per chi soffre di ipertensione, è fondamentale adottare abitudini sane e monitorare regolarmente i valori…
Dove va a finire l’amore? Bella domanda. Sparisce, come un profumo che svanisce nell’aria? O…
TikTok ha conquistato rapidamente i giovani, suscitando numerose preoccupazioni. Molti adolescenti trascorrono ore sull’app di…
Ode all'umile prezzemolo: 6 motivi per cui dovremmo considerarlo un superfood Spesso utilizzato come semplice…
Che cos’è il Reiki e come può migliorare il benessere psicofisico Il Reiki è una…