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Pensione Donne, quando l’età aumenta, ma non aumentano i diritti

Si è sempre lottato per raggiungere la parità dei sessi quasi in ogni ambito, ma arrivare ad allungare l’età pensionabile delle donne alla stessa degli uomini, vale a dire 66 anni e 7 mesi, non ha portato con sé nessuna parità vantaggiosa.

Infatti nei prossimi anni con il Decreto Fornero 2011, l’età a cui le donne potranno andare in pensione sarà dilatata, senza neanche tener conto delle prospettive di vita medie.
La parità dei sessi non è per nulla omogenea, le differenze quasi ingiuste restano davvero tante.

L’allontanamento dell’età pensionabile nelle donne ha comportato un rincaro sulle tasse della Previdenza Sociale che, non solo dovranno essere versate per più anni (con la possibilità di goderne per meno), ma saranno anche più esose di quelle attualmente emesse.

La risposta del Governo

Per i non pochi dissensi il Governo ha cercato di mitigare il duro colpo non intaccando gli assegni pensionistici per coloro i quali richiederanno la pensione fino a tre anni e sette mesi prima, ma solo per quanto concerne una piccola categoria sociale da tutelare.
L’anticipo pensionistico all’Ape social così risolve esclusivamente un piccolo problema e per una piccola fascia, ma la classe che maggiormente si vede suffragata da questa nuova proposta del Governo, è proprio quella delle professioniste private, che negli ultimi anni ha già subito una lunga serie di inginocchimenti forzati da un punto di vista economico-lavorativo.
Le donne disoccupate invece potranno eventualmente ridurre gli anni di contributi da 30 a 28, mentre i sindacati non potranno usufruire dello stesso tipo di riduzione.

 

I bonus come soluzione per le donne

A mitigare ulteriormente il malcontento generale vi è l’ipotesi di un potenziale bonus per le donne che accudiscono genitori o figli disabili, le quali vedrebbero i loro contributi direttamente versati dallo Stato come riconoscimento delle cure e della dedizione verso i propri cari non autonomi.

Per evitare però abusi da parte dei cittadini lo Stato stabilirà che tale bonus sarà percepito solo da chi possiede in famiglia un figlio o un genitore con disabilità totale. Inoltre la donna non dovrebbe poter usufruire della legge 104 ed essere quindi disoccupata.

Infine sembrerebbe che lo Stato stia creando un fondo pensionistico di circa 660 euro per i giovani che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, che include donne e uomini indistintamente.

F Rocchi

F. Rocchi è un redattore specializzato in lifesyle e si è laureato in pubblicità e relazioni pubbliche all’Università Statale di Milano. Sempre aggiornato sulle ultime tendenze di moda, adora le serie tv e la buona cucina.

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