LifeStyle

Perché la Generazione Z e i Millennials non rispondono alle chiamate al telefono?

Un quarto dei giovani ignora il telefono

Secondo un sondaggio, il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni non risponde mai alle chiamate. Spesso, quando il telefono squilla, preferiscono ignorarlo e comunicare tramite messaggi, oppure cercano il numero online se non lo riconoscono. Circa il 70% di questi ragazzi predilige l’invio di messaggi di testo.

La Generazione Z e i messaggi vocali

Le telefonate vengono in gran parte evitate, ma i messaggi vocali suscitano opinioni contrastanti tra le generazioni più giovani. Secondo lo studio di Uswitch, il 37% dei giovani di età compresa tra 18 e 34 anni preferisce comunicare tramite messaggi vocali, rispetto a solo l’1% delle persone tra i 35 e i 54 anni.

Un salto nella comunicazione

Fino a qualche decennio fa, prima dell’era dei cellulari, i giovani si contendevano l’uso del telefono di casa, spesso l’unico disponibile. Le conversazioni tra innamorati potevano durare ore. Chi non ricorda la celebre pubblicità della Sip degli anni ’80 con Yvonne Sciò che chiedeva «Allora mi ami? Ma quanto mi ami?». Con l’arrivo dei telefoni cellulari, la comunicazione tra i teenager è diventata sempre più breve e frammentata, passando prima per gli SMS, e poi per chat e applicazioni come WhatsApp, dove spesso si utilizzano emoji e faccine per esprimere concetti.

Continuità nel contatto

Sebbene i giovani trascorrano meno tempo al telefono, mantengono comunque un contatto costante con amici e partner attraverso altri mezzi. Le chat di gruppo sono molto popolari, con un flusso incessante di messaggi, meme e note vocali, e molte di queste interazioni avvengono su piattaforme social come Instagram, dove è più facile condividere immagini e meme insieme ai testi.

L’ansia delle chiamate inattese

Oltre la metà dei giovani intervistati da Uswitch ha dichiarato di associare le chiamate inattese a notizie negative. Pertanto, quando il telefono squilla, o vibra (pochi under 35 mantengono la suoneria attiva), può scattare l’ansia. La psicoterapeuta Eloise Skinner, citata dalla BBC, evidenzia che questa preoccupazione deriva dall’associazione con eventi spiacevoli, creando un senso di malessere o paura. La Skinner osserva che, con vite sempre più frenetiche e orari di lavoro imprevedibili, c’è meno tempo per chiamare un amico semplicemente per chiacchierare. Le telefonate ora vengono riservate a notizie importanti, spesso complesse e difficili da gestire.

F Rocchi

F. Rocchi è un redattore specializzato in lifesyle e si è laureato in pubblicità e relazioni pubbliche all’Università Statale di Milano. Sempre aggiornato sulle ultime tendenze di moda, adora le serie tv e la buona cucina.

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