
Quali cibi provocano picchi glicemici?
Iniziamo dalle basi: dopo ogni pasto, i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue aumentano. L’entità e la rapidità di questo aumento dipendono dal tipo di cibo ingerito.
I picchi glicemici si verificano quando, dopo aver consumato alimenti ricchi di zuccheri, i livelli di glucosio nel sangue aumentano rapidamente e in modo significativo. In risposta, l’organismo produce una grande quantità di insulina per riportare la glicemia a valori normali. Questo può provocare un effetto “rebound”, ovvero un calo eccessivo dei livelli di zucchero nel sangue (ipoglicemia reattiva), che ci fa sentire stanchi, affamati e con voglia di altri zuccheri, creando un circolo vizioso.
Se non sei diabetico, non tutti i picchi glicemici sono dannosi (clicca per approfondire), ma è innegabile che i modelli alimentari più salutari tendano a mantenere gli aumenti della glicemia entro limiti contenuti.
Senza sviluppare inutili paure dei carboidrati, può essere utile identificare gli alimenti che maggiormente causano picchi glicemici, così da poter ridurne dosi e frequenza di consumo.

Pericolo carboidrati?
In generale, più un alimento è ricco di carboidrati semplici e a rapido assorbimento, maggiore è la probabilità che provochi un picco glicemico.
L’indice glicemico (IG) misura l’impatto dei carboidrati contenuti in un alimento sui livelli di zucchero nel sangue, variando da 0 a 100:
- IG alto (70-100): l’alimento causa un rapido e marcato aumento della glicemia.
- IG medio (56-69): l’effetto è intermedio.
- IG basso (0-55): l’alimento viene digerito lentamente e causa un aumento graduale della glicemia.
Quindi, gli alimenti con IG alto tendono a causare picchi glicemici più pronunciati. Tuttavia, è importante considerare anche il contenuto totale di carboidrati. Ad esempio, le carote hanno un IG alto ma contengono pochi carboidrati totali, quindi non causano un aumento significativo della glicemia.
Gli alimenti che tendono a causare i maggiori picchi glicemici sono quelli con un alto indice glicemico e un alto contenuto di carboidrati, come:
- Zucchero da tavola e alimenti/bibite che lo contengono in grandi quantità (caramelle, succhi di frutta, bibite gassate, gelati, torte, biscotti, merendine, cereali zuccherati).
- Pane e prodotti da forno realizzati con farine raffinate (pane bianco, grissini, cracker, fette biscottate, brioche).
- Riso bianco, soprattutto se molto cotto.
- Frutta molto matura e disidratata (banane, fichi, datteri, uva passa).
Cosa preferire?
Gli alimenti a basso indice glicemico che provocano picchi glicemici molto più contenuti includono:
- Cereali integrali (pane, pasta, riso, orzo, farro, quinoa)
- Legumi
- Verdure
- Frutta secca oleosa (noci, mandorle, semi)
Altri fattori da considerare
Oltre all’indice glicemico, vari altri fattori influenzano l’entità dei picchi glicemici:
- Quantità di cibo consumata: porzioni più grandi causano picchi maggiori.
- Combinazione dei cibi: l’effetto glicemico si attenua se l’alimento ad alto IG è consumato insieme a fibre, proteine e grassi che ne rallentano l’assorbimento (es. pasta con sugo di pomodoro e parmigiano). [Approfondisci: L’ordine del pasto conta?]
- Metodo di cottura: cotture più lunghe e intense tendono ad aumentare l’IG.
- Maturazione: frutta e verdura molto mature hanno un IG più alto.
- Varietà: alcune varietà di uno stesso alimento (es. patate, riso) hanno un IG più alto di altre.
Considerazioni finali
In sintesi, gli alimenti che causano i picchi glicemici più alti sono quelli ricchi di carboidrati semplici e molto processati, come zucchero, farine raffinate, riso bianco e patate.
Questo non significa eliminare completamente gli alimenti ad alto IG, ma consumarli con moderazione, in porzioni contenute, e sempre in combinazione con cibi che ne mitighino l’effetto. Non serve diventare ossessivi: basta preferire cibi integrali, bilanciare carboidrati, proteine e grassi, e concedersi i cibi più zuccherini solo occasionalmente e con moderazione.