Tired business woman in stress works at a laptop while sitting at a table at home and holds her hand on her temples, migraine attack. Freelance, work from home.
Un recente studio ha dimostrato che anche una breve pratica di meditazione o auto-compassione può avere notevoli benefici nel gestire lo stress e l’ansia. Questo studio ha rivelato che queste pratiche non devono necessariamente essere lunghe per ottenere risultati positivi; infatti, è sufficiente dedicare solo 20 secondi al giorno.
La pratica in questione è una “micropratica” quotidiana che coinvolge 20 secondi di contatto di auto-compassione, come posizionare una mano sul cuore o sulla pancia. Questa semplice abitudine può migliorare l’umore e ridurre i livelli di stress, aiutando a prevenire il manifestarsi di problemi come lo stress cronico.
Questa pratica è accessibile, comoda e può essere svolta praticamente ovunque: sul luogo di lavoro, prima di andare a dormire o durante una giornata intensa. Riservarsi un breve momento per se stessi può essere particolarmente utile durante situazioni stressanti, interrompendo i circoli viziosi di ansia, pensieri negativi e autocritica continua.
La recente ricerca ha evidenziato che le persone che integravano regolarmente una micropratica di auto-compassione avevano maggiori probabilità di ridurre l’ansia e migliorare l’umore già dopo un mese. Al contrario, coloro che non adottavano questa pratica regolare non mostravano alcun miglioramento.
Secondo Marlynn Wei, psichiatra e terapeuta specializzata nello stress, ansia e depressione, le micropratiche di auto-compassione sono altamente consigliate perché possono interrompere rapidamente il ciclo negativo del pensiero prima che diventi incontrollabile. Wei spiega che l’ansia, l’insicurezza e l’autocritica tendono ad accumularsi progressivamente e se non vengono fermate rapidamente, possono portare a attacchi di autostima e depressione. Questa pratica mirata mira a catturare e interrompere il critico interiore per evitare che diventi più intenso e sopraffaccia la mente. Si basa su principi neuroscientifici che suggeriscono che “i neuroni che si attivano insieme si collegano insieme”, pertanto, le micropratiche possono interrompere i vecchi schemi neurali e favorire l’utilizzo di circuiti cerebrali più sani.
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