
Scattare una fotografia non sempre aiuta a ricordare i momenti migliori della nostra vita
Quando ci troviamo in un luogo che non abbiamo mai visto e che ci lascia senza parole, davanti ad un bel tramonto o ad un paesaggio mozzafiato, spesso in modo automatico effettuiamo un gesto automatico: tiriamo fuori il nostro smartphone per scattare una fotografia.
La motivazione è ovvia, vogliamo ricordare quel momento o condividerlo poi con i nostri cari e, ovviamente sui social, da Facebook a Instagram a Tinder a Snapchat. Eppure, secondo un nuovo studio, facendo così, otteniamo proprio l’effetto opposto.
Da una ricerca, pubblicata sul “Journal of Social Psychology”, se vogliamo davvero ricordare un evento, non dovremmo scattare una fotografia ma goderci al massimo il momento che stiamo vivendo!
Emma Templeton, psicologa ricercatrice alla Dartmouth e coautrice dello studio, ha coinvolto una serie di volontari in attività differente: alcuni potevano fotografare e condividere quanto visto e vissuto in un determinato momento, altri no.
Insieme al suo team, la psicologa ha poi preso nota dei punteggi ottenuti dai partecipanti nei test di memoria, del loro coinvolgimento a livello emotivo, di quanto fossero, in generale, sereni e soddisfatti.
In tutto, sono stati condotti tre studi e da tutti e tre è risultato che le persone che non avevano utilizzato il telefono ricordavano l’esperienza vissuta in modo molto più nitido rispetto a chi, invece, era stato impegnato tutto il tempo scattare una fotografia, registrare e condividere sui social.
“Il solo scattare foto, in generale, è abbastanza per far abbassare il punteggio nel test di memoria – ha affermato la Templeton -. Il perché? Probabilmente la causa è la distrazione, potrebbe essere proprio il fatto che quando usiamo i nostri telefoni, ci distraiamo dall’esperienza che stiamo vivendo e non ricordiamo le cose a cui crediamo di prestare attenzione”.
Dal momento che gli smartphone sono ormai parte integrante delle nostre vite possono rappresentare una forte minaccia per i nostri ricordi più cari. “Questo perché – precisa la psicologa – abbiamo inserito nelle nostre vite una potenziale gigantesca fonte di distrazione”.