Ultima modifica 24/04/2024 03:05:04

Se cerchi lavoro fai attenzione (anche) ai tuoi profili social!

Quando ci si propone per un’opportunità lavorativa, è comune concentrarsi sulla stesura accurata del curriculum e prepararsi per l’intervista con i recruiter. Tuttavia, oggi è altrettanto importante prestare molta attenzione alla gestione dei propri profili sui social media. Il motivo è l’aumento del “social recruiting”: sempre più responsabili delle assunzioni esaminano i tuoi post disseminati sui diversi social network e, basandosi su ciò che trovano, influenzano positivamente o negativamente la tua candidatura.

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La metà dei candidati è scartata per via dei suoi social

Un recente studio condotto da The Adecco Group su circa 500 recruiter ha messo in luce l’importanza fondamentale dei social media nel processo di reclutamento attuale. Il 51% dei selezionatori ha ammesso di essere stato influenzato negativamente durante il processo di assunzione dopo aver esaminato il profilo sociale di un candidato. Questo dato rappresenta un notevole aumento rispetto a dieci anni fa, quando solo il 12% dei recruiter considerava questo aspetto, e anche rispetto al 2021, quando era intorno al 30%. I recruiter intervistati hanno dichiarato che, dopo aver ricevuto un curriculum che li interessava, esaminano la presenza online del candidato su due fronti principali: valutano l’esperienza professionale nel 65% dei casi e ciò che viene condiviso nel 47%.

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I recruiter controllano i social

Quali sono i fattori che possono compromettere una candidatura? Secondo il 37% degli intervistati, la presenza di foto considerate inappropriati è stata una causa significativa, mentre per il 27% alcuni tratti di personalità emergono dai contenuti pubblicati. Inoltre, il 17% ha evidenziato la presenza di manifestazioni discriminatorie di natura sessuale e/o razziale nelle interazioni dei candidati.

Lidia Molinari, People Advisor Director di Adecco Italia, sottolinea: “L’uso dei social media da parte dei candidati sta sempre più influenzando le decisioni di reclutamento. I dati indicano che il ‘Social screening’ è uno strumento cruciale per oltre la metà dei recruiter, che non solo utilizzano i social media per la ricerca di talenti, ma anche per valutare i candidati. Per questo motivo, consigliamo a chiunque stia cercando un’opportunità lavorativa di sviluppare un personal branding sui social media che tenga conto della selezione dei contenuti prima della loro pubblicazione, e di prestare attenzione alle modalità di interazione online”.

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I consigli per usare bene Linkedin

I canali social rappresentano non solo strumenti di comunicazione, ma anche vere e proprie vetrine delle competenze personali. Fabiana Andreani spiega: “Se mi occupo di marketing e sono attiva su Instagram e TikTok, posso dimostrare che per me sono una fonte di valore e che conosco bene le loro dinamiche”. Non sorprende che, tra i canali social più utilizzati per la ricerca di candidati, LinkedIn rimanga al primo posto, utilizzato dal 96% dei recruiter.

Luca Maniscalco, esperto di marketing, consulente digitale e social media, autore di “Afferma il tuo brand con LinkedIn” e “Il lavoro che c’è”, offre consigli sulla gestione di LinkedIn: “LinkedIn è cambiato notevolmente nel corso degli anni: nato come una piattaforma per i curriculum, ora funziona anche come rete di contatti per il business, consentendo di trovare potenziali partner o fornitori. Inizialmente erano presenti principalmente figure di middle management, ma ora vi sono anche professionisti più giovani e di alto livello. Consiglio ai giovani fin dai loro vent’anni di creare un profilo su LinkedIn e di seguire i professionisti che hanno qualche anno più di loro, poiché possono essere una fonte preziosa di informazioni”.

Un dato interessante emerso dalla ricerca di The Adecco Group è che il 60% dei recruiter consulta LinkedIn alla ricerca di candidati passivi, ossia coloro che non sono attivamente alla ricerca di lavoro e non si aspettano di ricevere proposte. “È quindi fondamentale avere un piano editoriale che mantenga costantemente viva la propria visibilità su LinkedIn e agevoli i recruiter nell’individuazione del nostro profilo”, aggiunge Maniscalco.

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