I social network hanno involontariamente fatto emergere una caratteristica impensabile dell’essere umano medio e sano di mente: la doppia identità. Difatti, lo schermo di internet crea una sorta di corazza fittizia che permette a chiunque di dire la propria eliminando i filtri del perbenismo e della diplomazia, perché non vi è uno scontro vero a tu per tu. Ma questo tipo di atteggiamento, sebbene rappresenti una forma scremata della buona educazione, nella vita reale creerebbe grandi problemi relazionali.
L’ostacolo più grande da superare sarebbe quello delle zuffe virtuali, dove sconosciuti, conoscenti o amici si prendono a parole poco gentili per divergenze sui più disparati argomenti. Insulti, offese, sottintesi poco eleganti o vere e proprie minacce vengono fatte solo dietro la scrivania di un ufficio o di casa, perché nel quotidiano questo atteggiamento sfocerebbe velocemente in una rissa fisica, in querele e denunce e in amicizie e parentele irrimediabilmente rovinate per sempre.
La traslazione degli atteggiamenti da social nella realtà porterebbe anche a qualcosa di alquanto surreale e forse anche simpatico: ad esempio, ci sarebbero schiere di passanti che alzerebbero il pollice per esprimere il proprio ‘mi piace’ circa un abito, un paio di scarpe, una frase o anche semplicemente qualcosa detta da qualcuno. Allo stesso tempo, si assisterebbe a chi chiederebbe ad ogni bella ragazza se vuole accettare la sua richiesta di amicizia, così come ci sarebbero stuole di uomini inebetiti di fronte a ragazze che si denudano quasi del tutto e si mettono in posa in modo sexy, fingendo un non so che di filosofico e profondo nel proprio pensiero.
Ma non finirebbe qui, perché ci sarebbero anche quelli che inizierebbero ad urlarsi contro di fronte ad argomenti calcistici, senza però mai avvicinarsi più di un palmo di naso.
E non potrebbero mancare le riunioni in cui ognuno promuove la propria attività di vendita, i propri prodotti miracolosi o le creazioni personali da acquistare.
Si organizzerebbero convegni di chi, senza un briciolo di studio universitario alle spalle, inizia a dare consigli di medicina alternativa new age e chi, diventando improvvisamente tuttologo, dispenserebbe consigli vitali anche a chi non li ha mai chiesti.
Per finire, ci sarebbero sfilate di palestrati in slip che esibiscono i frutti dei loro duri sacrifici alimentari e fisici contraendo quanto più possibile gli addominali, ma senza dar a vedere lo sforzo. Questa sarebbe una vita da social ma senza social.
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